Autore: Flavia Clari
Area tematica: Forum - Codice dell'autore: RIFL2
una maglia rossa non basta
inviato il: 06/10/2007
I monaci buddisti della Birmania stanno dando una lezione di coraggio, determinazione e il giusto modo di far valere i propri diritti.

Carità e povertà, di questo loro vivono. Non hanno nulla, non temono nulla e per questo la loro protesta spaventa il regime. Si svegliano all’alba e pregano. Ora tutto il mondo li guarda e li ammira. E marcia con loro.

Centinaia di monaci hanno camminato a piedi nudi sotto la pioggia, insieme a gente comune per protestare contro il governo. Durante la rivolta almeno cinque di loro sono stati uccisi e sarebbero dieci le vittime tra i civili, secondo quanto riporta la televisione di stato. Ma le voci che riescono a superare i divieti e le censure affermano che i militari sparano ad altezza uomo, e chi riesce a vedere dai tetti dei palazzi, parla di decine e decine di persone rimaste a terra. E poi centinaia di arresti. Sono stati sgomberati sei monasteri per un totale di almeno 850 monaci portati nei carceri.

La repressione ha numeri che possiamo solo immaginare ma cui possiamo collegare i volti spaventati, gli occhi smarriti, le tuniche rosse e i piedi scalzi sotto la pioggia delle migliaia dei monaci che hanno lasciato il loro monastero e sono scesi in strada per dire basta.

Inoltre, la polizia è a caccia di giornalisti. I pochi reporters, presenti in Birmania prima che scoppiasse la protesta, sono stati allontanati. Nessuno riesce più ad entrare e le testimonianze dirette di quello che sta accadendo sono sempre più scarse. I militari stanno chiudendo gli internet point e tagliando le connessioni.

I soldati al governo conducono, da quasi mezzo secolo, una repressione senza tregua e oggi cercano di evitare i riflettori. Possiamo dire che la censura delle notizie è il maggior ostacolo per comprendere il disastro.

Quella della Birmania è una lunga storia di oppressione militare, almeno dal 1962 quando l’esercito prese il potere. Qui vige il regime comunista guidato da militari marxisti, il quale impone un’economia collettivista che porta tutti alla fame e la repressione del governo causa migliaia di morti. Nel 1988 ci fu una violenta rivolta che provocò l’uccisione di circa 3000 persone.

Oggi tutti i paesi democratici, compreso il nostro, chiedono l’intervento dell’ONU, che ancora non ha preso una decisione contro il regime militare. Ma perché, dopo tanti anni di regime, non è stato fatto nulla?

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